Non distanza ma diversa vicinanza: seconda settimana

Continua il nostro racconto dei temi e degli stati d’animo più significativi che emergono durante i colloqui per il servizio di consulenza psicologica gratuita “Non distanza…ma diversa vicinanza”.

 

M: Sono agitata, fino a quando ero di aiuto agli altri, non avevo tempo per pensare a me ed ero più tranquilla! ora sento tutta la paura che prima non sentivo.

T: Cosa ti fa più paura in questo momento?

M: Di essere sola, di non avere nessuno da chiamare se divento grave, che nessuno può venire, che morirò da sola.

T: questa forse è una possibilità e giustamente ti fa paura. come non potrebbe? se immagini di morire presto, sola e nel dolore è congruo che tu senta paura. Se ti concentri sul tuo presente, su quello che sta accadendo qui e ora, di cosa ti accorgi?

M: Non ci riesco, penso solo che forse morirò…

T: Siediti a terra e assumi una posizione comoda. concentrati sul respiro ad occhi chiusi, tenendo le mani sulla pancia quasi a sentire di “toccare il respiro”. ora apri gli occhi. con calma lascia il tuo sguardo appoggiarsi sulle cose che ti circondano ed elencale ad alta voce…cosa vedi? descrivimi quello che vedi…

M: Vedo il vaso sul tavolo con il gambo di bamboo …vedo che è cresciuta una piccola foglia e che un’altra sta ingiallendo. Vedo l’acqua trasparente e le radici. Vedo la tovaglia viola, ricordo quando l’ho comprata, mi piace tanto ancora oggi. Vedo la macchia di caffè che non sono riuscita a smacchiare, è successo quando la mia amica è venuta a trovarmi qualche mese fa. Abbiamo riso tanto. Poi vedo il mio gatto (SI AVVERTE UNA ESPRESSIONE SORRIDENTE), è sdraiato al sole, i suoi occhi sono cangianti, mi guarda e sbadiglia. Vedo il frigorifero con le foto attaccate sopra con le calamite, i viaggi, i momenti belli. Vedo il letto col lenzuolo bianco…

T: Ora chiudi gli occhi. fai la stessa cose con le “cose” dentro di te, quelle che chiamiamo sensazioni ed emozioni. e descrivimi quello che senti fisicamente

M: La paziente descrive

T: Descrivimi quello che osservi del tuo sentire

M: la paziente descrive…

T: Come puoi descrivere ora il tuo stato emotivo rispetto all’inizio?

M: Sono più tranquilla, più stabile. non mi sento più come “in mezzo ad una bufera”, alla fine è bastato anche poco. e posso rifare questo esercizio.

T: È bastato osservare cosa realmente c’è intorno e dentro di te, è bastato stare nel qui ed ora.

 

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Redazione IPGE
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